Così cantava una giovane Avril Lavigne nel lontano 2002. Il titolo di questo blog si rifà proprio a questo brano. Gli anni passano e mi sembra di sentire più forte tutta l’intenzione di quelle parole. Questa volta è la mia voce che cerca di farsi spazio.
Una voce che grida ogni volta che la routine si fa troppo stretta, che i giorni si somigliano tropppo, che tutto sembra già deciso. È quella voce che mi ricorda che non sono nata per restare dentro i confini, che esiste un altrove anche a occhi chiusi. A volte evadere non significa partire, ma trovare rifugi nelle parole, nelle pause, nei pensieri che ancora non hanno un nome. Questo blog è il mio rifiugo e la mia ribellione. È il mio mondo da esplorare, anche quando non ho una mappa su cui orientarmi.
Quindi, accomodati, benvenuto/a. Lascia che il mondo resti ordinario – almeno per un po’.
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